Erano anni che desideravo un’esperienza simile.
Con pazienza, costanza e vero desiderio, sono riuscita ad
aggiudicarmi questo meraviglioso viaggio.
La Tanzania è un paese dai mille colori, ricchissimo di
animali di ogni specie. Senza averla vista non si riesce a capire quanto sia
meravigliosa.
Per l’innumerevole quantità di animali che ho avuto
occasione di vedere in quei giorni, il paragone che mi è saltato in mente,
quando le amiche mi hanno chiesto se avevo visto animali, è stato: “Ho visto
animali?! Sembrava di essere alla Notte Bianca!”.
Dalle mie parti, la Notte Bianca è un momento in cui, personalmente,
scelgo di “migrare” fuori città, evitando nervosismi inutili dati dal fiume di
persone che vi si riversa fino a notte fonda.
Quest’anno è stata organizzata in settembre, momento in cui ero presa da un’altra Notte Bianca, quella colorata ed
incredibilmente affascinante degli animali della Savana.
Fra le tante esperienze incredibili (compreso un piccolo
incidente in Jeep che ci ha costretti a scendere con due ghepardi che ci
guardavano incuriositi, a solo 30 metri di distanza), uno dei momenti della giornata più
suggestivi era il tardo pomeriggio, in cui mi perdevo guardando il sole dalla tenda dove alloggiavo, nel parco del Serengeti.
Pur essendo in un campo attrezzato in mezzo alla Savana, non c'era acqua (ci lavavamo
con delle specie di buste/flebo che arrivavano da non si sa dove), corrente
elettrica (i capelli erano ormai rasta, perché
il sole scende presto e la temperatura arriva anche a 5 gradi) e tutte le
comodità a cui siamo abituati, il rientro dalla giornata di Safari era sempre
un momento in cui venivamo coccolati dallo staff.
Ci accoglievano con salviette bagnate con acqua calda, ci
facevano accomodare su sedie comode, avvolgendoci le gambe in una coperta beige
e, mentre ci riscaldavamo le mani di fronte ad un grande fuoco circolare (per tenere
lontani gli animali feroci), ci servivano dell’ottimo vino rosso del sud
Africa, accompagnato dal loro banana bread.
Ho adorato il banana bread ognuno di quei giorni, come
ogni gesto di quel rituale, che mi permetteva di non perdere neanche
un attimo dei più bei tramonti del mondo.
Rientrata a casa ho voluto risentire quel profumo, quel gusto,
che mi ha ricordato un po’ della Mia Africa.
Ingredienti:
200 gr banane mature
2 uova
1 vasetto di yogurt bianco (io magro)
50 gr olio di semi
100 gr miele millefiori
100 gr farina
100 cocco disidratato
50 gr di crusca di avena
1 bustina di lievito per dolci
1 cucchiaio di zucchero di canna1 cucchiaio di fiocchi di avena
Frullate le banane e versatele in una ciotola capiente.
Aggiungete le uova, il miele e sbattete il composto con le fruste.
Successivamente incorporate la farina, la crusca di avena, il cocco e l'olio, continuando a mescolare.
Aggiungete lo yogurt e il lievito, amalgamando il tutto e formando un composto rustico ma omogeneo.
Oliate uno stampo da plumcake, versatevi il composto e cospargete con i fiocchi d'avena e lo zucchero di canna.
Infornate a 180° per 45 minuti, sul piano basso del forno.
Lasciate raffreddare prima di sformare il dolce.
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