lunedì 14 dicembre 2015

Peu de Piment cambia vestito


Chi di noi non approfitta per comprare un capo d’abbigliamento nuovo, in vista delle feste? Quest’anno, non potendo comprare abiti eleganti e scarpe con tacchi vertiginosi, vista la mia pancetta da futura mamma, ho deciso di far cambiare abito al blog.
Da oggi troverete Peu de Piment al nuovo indirizzo www.rubinarovini.com, con le mie ricette, i miei consigli, qualche notizia sulla vita di una futura mamma lavoratrice, e tante tante altre news… Avrò tantissime cose da raccontare, ma abbiate ancora pazienza… Vi aspetto sul nuovo sito, www.rubinarovini.com.


sabato 26 settembre 2015

Torta all'acqua e cacao

L'arrivo della stagione autunnale cambia sempre i miei gusti: se il caldo estivo mi fa venir voglia di frullati di frutta, coppe di yogurt e cereali, centrifugati e sorbetti, con il primo fresco sento la necessità di qualcosa di più avvolgente, goloso, adatto ad affrontare le giornate piovose. 
Navigando in rete, alla ricerca di un dolce che non fosse ipercalorico, ho scoperto questa ricetta di Molliche di Zucchero
Ho provato applicando qualche piccola modifica, combinando il cacao con un po' di cocco disidratato. Ha un gusto eccezionale, soprattutto la seconda fetta, perché non è accompagnata dall'amaro senso di colpa che solitamente ci assale mangiando dolci con uova e burro. 




Ingredienti:

220 gr farina
150 gr fruttosio
30 gr cacao amaro
270 ml acqua
50 gr olio di semi
30 gr farina di cocco
1 bustina di lievito vanigliato

In una ciotola capiente, mescolate tutti gli ingredienti solidi: farina, fruttosio, cacao, cocco, lievito vanigliato. In un bricco invece mescolate acqua ed olio. Aggiungeteli al centro della farina e mescolate con una frusta per non creare grumi. Foderate una teglia, con bordi a cerniera, di carta forno bagnata, infornate a 180° per circa 30 minuti. Prima di sfornare controllate la cottura con uno stecchino, se risulta asciutto, la torta è pronta. 
Lasciatela raffreddare e cospargetela di zucchero a velo. 


Insalata di pasta integrale con zucca e formaggio fresco marinato

Da poco ho scoperto che, anche nel mio paese, esiste il mercato a chilometri zero, quello dove realmente si possono acquistare i pomodori brutti ma saporiti, la frutta di stagione e non quella raccolta chissà dove, i formaggi prodotti nelle nostre campagne. 
Ci passai per caso, una mattina presto, quando in realtà stavo cercando una pasticceria per fare colazione, dopo un prelievo (l'unica cosa che mi convince a togliere il sangue è la ricca colazione in pasticceria, sia chiaro!). Mi comportai come una bambina, che un attimo prima piange perché vuole le patatine e l'attimo dopo si dimentica di aver fame perché vede un bellissimo gioco. 
Parcheggiai, mi avviai a passo svelto verso i banchi, ed il risultato fu: 10 kg di pomodori San Marzano per la salsa, fiori di zucca a volontà, 1 kg di fichi bianchi e 1 kg di fichi neri (a casa ne arrivò solo mezzo kg, l'altro fu la mia colazione), melanzane tonde, zucca, pecorino e formaggio fresco marinato, prodotti a 5 km da casa mia. 
Quanta soddisfazione: passai i giorni successivi a sperimentare, cercando di esaltare al massimo il naturale sapore degli ottimi prodotti acquistati al mercatino. 
Questo fu uno degli esperimenti, riuscito alla perfezione.





Ingredienti per 2 persone:

180 gr penne integrali
300 gr zucca pulita
120 gr formaggio fresco marinato
1 spicchio di aglio 
olio evo qb
sale qb
pepe qb

Tagliate a cubetti la zucca, in una pentola schiacciate lo spicchio d'aglio, aggiungete la verdura ed un filo di olio. Cuocete a fiamma vivace per qualche minuto, successivamente abbassate la fiamma, aggiungete il sale e lasciate cuocere lentamente, fino a che la zucca non inizierà a disfarsi. Una volta cotta aggiungete una spolverata di pepe e lasciate in caldo. 
Intanto cuocete la pasta e tagliate a cubetti piccoli il formaggio marinato. 
Una volta cotte, raffreddate le penne sotto l'acqua fredda, scolatele bene e conditele con la zucca stufata e i cubetti di formaggio. Aggiungete a piacere un filo di olio a crudo e una spolverata di pepe. 


Se non riuscite a trovare un buon formaggio marinato potete farlo voi, comprando un buon primosale o un tomino fresco e lasciandolo sott'olio con erbe a piacere per 24 ore. 
C'è anche un modo semplice per produrre il formaggio a casa (il paneer indiano): Scaldate 1 litro di latte intero fino alla bollitura, aggiungete due cucchiai di succo di limone o di aceto bianco e spegnete. Dopo qualche minuto affioreranno in superficie i fiocchi. Aggiungete sale ed erbe, se volete aromatizzarlo. Scolateli in una forma di plastica bucata (tipo cestino da ricotta) in cui avrete inserito una garza, strizzate bene e conservate in frigo, sotto un peso, per mezza giornata. Dopo potrete tagliarlo a cubetti. 

giovedì 24 settembre 2015

Family portrait

Spesso ho parlato della mia famiglia, di quanto le mie radici pugliesi abbiano influenzato i miei gusti e le mie attitudini in cucina. Ho imparato molto da mia nonna che continua a preparare pasti per almeno venti persone, ogni giorno da almeno 70 anni.
Sono rientrata dalla mia amata terra, dopo alcuni giorni passati a farmi coccolare dai parenti e da ciò che le loro tavole offrono. 
Come ogni famiglia del sud che si rispetti, la giornata non inizia se non si sente odore di sugo misto a caffè, intorno alle 8. Costretta ad alzarmi dal rumore di pentole e dalle urla di mia nonna (sorda) che parla al telefono per ordinare burrate, focaccia, bevande a domicilio e panzerotti per l'antipasto del pranzo, cerco di far colazione, sperando che non termini la conversazione telefonica, evitando così di dover assaggiare il sugo o le polpette subito dopo il caffè.
Inutile spiegare quanto, al sud, i rapporti sociali ruotino intorno al cibo. Non riuscirei mai a farvi comprendere quanto la tavola sia fondamentale per le famiglie. A meno che la vostra famiglia non abbia quelle origini. Tutti i componenti vengono coinvolti nelle preparazioni, come una vera brigata di cucina in cui, la nonna, rappresenta l'Executive chef e noi i vari Commis. 
A colazione si parla del menù della cena, perché quello del pranzo è già stato deciso la sera prima, a pranzo si parla dell'eventuale colazione fuori e a cena del pranzo del giorno dopo. E così via. Una programmazione simile sarebbe degna delle collezioni di alta moda a Milano, dove in estate viene presentato il campionario dell'estate dell'anno successivo. 
Passando da una cena a base di pesce crudo ad un leggerissimo pranzo con settemila frese al pomodoro, burrate e focacce, giusto per stuzzicare qualcosa, una sera atterrai nel mondo dei panzerotti. 




Un locale molto spartano, dove si mangia in piatti di carta, con tovagliette di carta gialla. Il servizio consiste nel lasciare sul tavolo tonnellate di panzerotti farciti in ogni modo (rape, salame e provola, mozzarella e pomodoro, cipolle, capperi e acciughe e chi più ne ha più ne metta!). Non puoi farti cogliere impreparato all'arrivo del vassoio, perché venti panzerotti potrebbero sparire in una frazione di secondo, come se non ci fosse un domani. 
Dopo la massacrante maratona del fritto, nei giorni successivi, pregai mia zia di uscire per un aperitivo, in modo da evitare il luculliano pranzo che ogni giorno ci porta a rimanere a tavola fino alle 16:00. 
Ecco il risultato: Caffè dei Serafini, Polignano a mare. Un piccolo bar con un balconcino a picco sulla scogliera, poche camere al piano di sopra. Un posto semplice, tranquillo, informale, con un panorama stupendo. 
Un locale fresco, ventilato, che rigenera anche nelle giornate più torride, in cui poter sorseggiare ottimi vini locali e cocktail, gustando i prodotti gastronomici locali. 
Il delizioso quanto abbondante aperitivo, ci portò ad alzarci da tavola alle 15:55, appena cinque minuti prima rispetto ai pranzi precedenti, rotolando esattamente come ogni giorno.












Si può intuire come, in Puglia, sia fondamentale essere chiari sul concetto aperitivo, perché un toscano, lombardo o veneto in vacanza al sud, che pensa di andare al ristorante dopo uno spritz, non sa come funzionano le cose qui, nella mia amata terra.  

mercoledì 9 settembre 2015

Di fiori di zucchina, la frittata non tradisce mai!

Quando acquisto i fiori di zucchina, finisco per passare la giornata a pensare a come potrei farcirli, friggerli, gratinarli, saltarli. Ma alla fine vince lei, la frittata. 
So che è scontata, per niente ricercata. Ma credo che non esista modo migliore per esaltare i fiori di zucchina. 
C'è inoltre un legame affettivo con questa preparazione: da piccola facevo dannare mia madre a tavola, ero intollerante a molti alimenti e quelli che potevo mangiare, spesso non mi piacevano. 
Era quindi molto difficile gestire il pranzo alla mensa scolastica, perché regolarmente facevo arrabbiare le maestre per i miei digiuni, che aspettavano mia madre all'uscita, per spifferare tutto.
Una delle soluzioni più frequenti che lei adottava per farmi mangiare a scuola, era  quella di prepararmi dei ricchi panini con la frittata, e la mia preferita era proprio quella di fiori di zucchina.




Ingredienti:

5 uova
16-18 fiori di zucchina
sale qb
olio evo qb
pepe qb
pecorino toscano stagionato qb

Pulite i fiori tagliando la base ed eliminando il pistillo. Divideteli in due e sciacquateli velocemente sotto l'acqua corrente. 
In una ciotola sbattete le uova ed aggiungete sale e pepe. 
In una padella antiaderente versate un filo di olio, fatelo scaldare leggermente e versate il composto di uova. Fatelo cuocere a fuoco medio ed aggiungete i fiori prima che si rapprenda la parte superiore, a raggiera. 
Continuate la cottura a fuoco basso, finché non si sarà rappresa la parte superiore. Grattate il pecorino in superficie e fatela riposare qualche minuto coperta, in modo che il formaggio si sciolga leggermente. 

Chitarra con crema di ceci e ragout bianco di moscardini

Arrivano le prime giornate fresche, ed è subito inverno. Quest'anno sono rimasta bianca come una mozzarella, nonostante abiti a pochi chilometri dal mare. Mi sento quindi molto più a mio agio con pantaloni lunghi e golfini, piuttosto che abitini e sandali che mostrano tutto il mio pallore. 
Anche a tavola cambiano i gusti, le voglie e le idee. 
Optando per qualcosa di adeguato alle temperature settembrine, uno dei miei piatti migliori è stato proprio questo.
Gustoso, saporito, con un fortissimo richiamo ai sapori del sud. 



Ingredienti per 3 persone:

250 gr di spaghetti alla chitarra
5 cucchiai di ceci lessi, con la sua acqua di cottura
4 moscardini spellati e bolliti, con la sua acqua di cottura
1 cucchiaio di mandorle a lamelle
1 cucchiaio di capperi sotto sale
1 spicchio d'aglio
scorza di limone qb
olio evo qb
sale qb
peperoncino qb
prezzemolo fresco tritato qb

Con un frullatore ad immersione tritate i ceci, rendendoli una crema con l'aiuto di un filo di olio e un po' della sua acqua di cottura. 
Tostate in una padella antiaderente le mandorle, toglietele dal fuoco quando saranno leggermente dorate. Nella stessa padella schiacciate lo spicchio di aglio, unite un peperoncino secco sbriciolato e l'olio. Fate scaldare e aggiungete i moscardini tagliati a pezzi piccolissimi.
Saltate velocemente il pesce, aggiungete i capperi e, se necessario, qualche cucchiaio di acqua di cottura del pesce. Regolate di sale, aggiungete il prezzemolo e spegnete. 
Cuocete la pasta, conditela con la crema di cannellini e formate dei turbanti nei piatti. 
Disponete sulla pasta il ragout di moscardini a cui avrete aggiunto parte delle mandorle, lasciandone qualche pezzo per la decorazione. Grattate poca scorza di limone e aspettate che il calore rilasci la fragranza degli agrumi, che si sposa benissimo con questo piatto. 
Vi ricordo di procurarvi del pane, la scarpetta è obbligatoria. 

lunedì 7 settembre 2015

Thtat's incredible India!

Mi ero ripromessa di scrivere due righe sul mio recente viaggio in India, uno dei posti più incredibili che abbia mai visto. 
Una vacanza intensa di colori, profumi, emozioni forti, che pochi paesi sono in grado di regalare in sole due settimane. 
Dove avrebbe potuto iniziare il mio viaggio, se non in un ristorante? Scelsi quello di Gordon Ramsay, Plane Food, nell'aeroporto di Londra. Locale piuttosto affollato ma gestito divinamente dal numeroso personale di sala. Ci servirono in breve tempo piatti piuttosto abbondanti, scelti da un menù internazionale, che spaziava dalla pasta a piatti esotici ed hamburger. 



Optai per una insalata di quinoa con nocciole tostate, albicocche e uvetta disidratate, melograno, cipollotto fresco e coriandolo. Mi servì per il lungo viaggio aereo, dove le pietanze non furono così interessanti.
A Dehli, oltre a 40° e il 98% di umidità, fui accolta da una guida che mi "addobbò" di fiori al punto da sembrare un cespuglio con le gambe!
Ci condusse nel primo hotel del tour e tutto iniziò.



La sveglia non suonò mai oltre le 6:30, perché le lunghe distanze ci obbligavano ad affrontare lunghi viaggi in pullman. In ogni città ci attendevano persone accoglienti, bambini splendidi, templi ricchissimi, in contrasto con la povertà in cui le famiglie vivono, in contrasto con l'opulenza che offrono ai turisti. 


Santoni, incantatori di serpenti, famiglie ricchissime, mucche, militari, orfanelli, tutti in strada, a rendere questo posto così incredibile, in nome dell'induismo e della vita. 


Trascorsi due settimane alla ricerca di ricette segrete, assaggiando numerosi piatti e chiedendo ai cuochi degli hotel e di strada gli ingredienti dei vari dahl, il paneer, piuttosto che le differenze fra i naan che utilizzano come companatico. Scoprii che molti dei piatti tipici indiani hanno una sorta di traccia base, a cui vengono fatte variazioni secondo le tradizioni di ogni famiglia. Potrò quindi preparare dahl e ripieni per samosa a piacere, perché in India tutto è valido e meritevole, basta che sia fatto con fede ed amore. Anche in cucina. 


Questo fu uno dei migliori ristoranti che frequentai, dove ci servirono un ottimo menù vegetariano, all'interno di Fort Amber.
Per apprendere meglio l'arte bianca indiana, mi offrii di preparare il chapati in uno dei numerosi templi che visitai. 
Molti siti religiosi erano dotati di enormi cucine, dove i volontari sfornavano giornalmente fino a 25000 pasti per pellegrini, senzatetto e chiunque altro si presentasse all'ingresso.







Una cosa è certa, dopo due settimane di ottimo cibo indiano si iniziano ad anestetizzare le papille gustative, ciò che non ha un sapore estremamente piccante e speziato diventa così insipido.
Placai i miei bruciori di stomaco e detti tregua alle mie papille gustative con qualcosa di leggero, l'ultima sera al Meridien di Dehli (pensate un po'...).


Doppio strato di camembert, doppie uova fritte, verdure grigliate, pesto. Coleslaw, patate fritte e verdure sottaceto per completare l'opera.
A casa sarebbe stato un suicidio, in India una panacea.
Spesi una fortuna in spezie, che ancora non sono riuscita ad utilizzare perché mi sento fisicamente ancora nel periodo di disintossicazione da masala. Le utilizzerò presto!
Un viaggio incredibile, un paese incredibile, dove contraddizioni continue si alternano, disorientando e travolgendo completamente chiunque visiti l'India. 

sabato 5 settembre 2015

I biscotti buoni e giusti

Spesso gli amici mi chiedono consigli su come rimanere in forma, evitando digiuni o insalate scondite per intere stagioni. Essendo una sportiva, amante del cibo buono e giusto, mi fa immensamente piacere dare loro dei suggerimenti per non rinunciare completamente al piacere di un pasto, che sia buono ma anche giusto per il nostro corpo.
Gabriele è al suo ennesimo tentativo di dimagrire, alternando periodi di semi-digiuno a grandi abbuffate, che hanno reso il suo corpo una fisarmonica ad ogni prova bilancia. Ho cercato spesso di spiegargli il mio concetto di "premio", quel cibo buono ma un po' meno giusto che ogni tanto dobbiamo concederci, per appagare i piccoli sacrifici quotidiani che si fanno a tavola. Evidentemente lui si è ritenuto talmente bravo che, negli ultimi mesi, si è premiato quotidianamente, aumentando di peso in modo smisurato. 
Non riuscendo a rinunciare alla classica colazione italiana, con caffè, latte e dolci, gli ho suggerito uno dei miei evergreen.
Scoprii questa ricetta su un sito per bambini, ma una volta sfornati mi resi conto di quanto fossero graditi anche dai grandi. Da allora li preparo spesso, perché sono veloci, perché sono buoni e perché sono anche giusti. 






Ingredienti:

200 gr farina 0
100 gr cocco disidratato
100 gr zucchero di canna grezzo
1 cucchiaio di bacche di goji
70 gr fiocchi di avena
30 gr crusca di avena
1 cucchiaino raso di bicarbonato
50 gr olio di semi di mais
100 gr acqua tiepida

In una boule, mescolate prima tutti gli ingredienti solidi, aiutandovi con un cucchiaio o con la mano. Aggiungete successivamente i liquidi, mescolando bene con la mano fino ad ottenere un impasto compatto. Formate delle palline, schiacciatele leggermente e disponetele su carta forno. Infornate a 180° per 20 minuti. Lasciateli raffreddare e gustateli a qualsiasi ora della giornata, senza alcun rimorso. 


Potete sostituire le bacche di goji con delle gocce di cioccolato fondente, per i più golosi, oppure con uvetta o albicocche disidratate tagliate a cubetti. 



sabato 29 agosto 2015

Ripartiamo dalle cose semplici: i pomodori ripieni





Dopo oltre tre mesi sono riuscita ad acciuffare, per un lembo del grembiule, la mia adorata quotidianità. Per un po' di tempo riuscirò a cucinare indisturbata ai miei fornelli, vagare fra i miei mercati ortofrutticoli, scrivere le mie ricette, osare con i miei esperimenti culinari.
Sono stati mesi intensi, di grande lavoro e di grandi soddisfazioni, ma con tanti sacrifici.
Ricordo notti passate a studiare, giornate intere a cucinare, lunghi viaggi, tanta stanchezza. Ma ci sono anche tanti ricordi piacevoli: le pause alle 3 di notte, con birra e piadina, tante risate, nuove amicizie, tante emozioni, la scoperta di nuove città.
Dopo questo grande tour de force ho deciso di evadere, lasciandomi trasportare dalle forti emozioni che mi ha regalato un paese incredibile, misterioso, come l'India.
Ho viaggiato a dorso di elefanti, camminato fra i pellegrini sul Gange, visitato templi e preparato il chapati nelle grandissime cucine dei centri di accoglienza per i senza tetto. Ho pianto di fronte ai bambini che mi supplicavano di portarmi via da lì, ho riso a crepapelle, ascoltando indiani che raccontavano barzellette sui carabinieri, mi sono lasciata inebriare dai profumi di spezie dello street food. 
Non basterebbe un giorno intero per raccontare l'intensità di questi mesi, i forti cambiamenti per ciò che è avvenuto e ciò che avverrà.
Appena rientrata in patria, ho deciso di chiudere la valigia in cantina, almeno per un po', rallentare l'andatura fino alla modalità bradipo, e ripartire dalle cose semplici. 
La prima cosa semplice che ho desiderato è stato un piatto di rigatoni al pomodoro e basilico, con la salsa fatta da me, che mi ha riportata subito a casa. 
I profumi e i sapori di quella pasta mi hanno fatto ritornare all'infanzia, quando mia madre preparava la semplice pasta al pomodoro da portare al mare, che mangiavo poi a temperatura ambiente. Era così delizioso, mangiare i rigatoni così ricoperti di salsa, che non riuscivo a lasciarne neanche uno, posticipando così l'ora del bagno pomeridiano alle 16:30.
Un altro dei piatti che spesso preparava mia madre, in previsione delle giornate di mare, erano i pomodori ripieni di riso che, mangiati dopo qualche ora, risultavano irresistibili.
Ho deciso di ripartire proprio da qui, dai pomodori ripieni, che ho rivisitato per un gusto un po' più adulto. Adesso mi sento a casa. 






Ingredienti:

7 pomodori rossi grandi
3 patate
250 gr riso ribe integrale
70 gr parmigiano grattugiato
2 cucchiai olive taggiasche denocciolate (in salamoia)
1 cucchiaio di capperi dissalati
1 spicchio d'aglio
scorza di limone qb
sale qb
pepe qb
olio evo qb
basilico qb


Lavate i pomodori e tagliate la parte superiore. Svuotateli con l'aiuto di un coltellino e raccogliete polpa e semi in una boule. Mettete i pomodori a scolare su carta assorbente, appoggiandoli dalla parte recisa.
Cuocete il riso in acqua salata, lasciandolo abbastanza al dente. Sciacquatelo sotto l'acqua fredda per fermare la cottura e mettetelo in un'altra boule. Aggiungete le olive taggiasche denocciolate, i capperi, il parmigiano, l'aglio tritato, la scorza del limone tritata, sale pepe e olio. Dalla polpa del pomodoro ricavate dei dadini, lasciando da parte i semi, il succo e la parte del torsolo. Aggiungeteli al riso. Filtrate poi gli scarti con un colino fine e tenete da parte l'acqua di pomodoro. 
Sbucciate le patate e ricavatene degli spicchi.
Cospargete il fondo di una teglia con dell'olio, salate leggermente i pomodori all'interno e riempiteli con il riso, facendo una leggera pressione con il dorso del cucchiaio. Coprite con il cappello del pomodoro, anch'esso salato, e cospargete intorno ad essi gli spicchi di patate.
Condite tutto con sale, olio e pepe e versate un po' dell'acqua di pomodoro sul fondo della teglia. Coprite con carta stagnola ed infornate a 250° per circa 40 minuti. Passati 30 minuti togliete la carta stagnola ed aggiungete altra acqua di pomodoro, se necessario. 
Aspettate almeno mezz'ora prima di servire i pomodori e ricordatevi anche di mettere in fresco una buona birra.


Se dovesse avanzare dell'acqua di pomodoro non buttatela: sarà buonissima come aperitivo con un po'di tabasco e vodka, oppure come zuppetta fredda con dei crostini di pane, basilico e qualche scampo crudo.



lunedì 4 maggio 2015

Scones al latte di cocco

Biscotti irresistibili, ai quali è impossibile dire di no.
La classica ricetta della domenica che, senza rimorsi, riempie la pancia e il cuore, con la sua dolcezza. 
Buona settimana!
See you soon... Stay tuned!





Ingredienti:

250 ml latte di cocco
1 cucchiaino raso di bicarbonato
1 bustina di lievito chimico in polvere
500 gr farina 00 
160 gr crusca di avena
85 gr olio di cocco

Impastate la farina, il lievito, il bicarbonato e la crusca con l'olio di cocco, ottenendo un composto bricioloso e scomposto. 
Successivamente aggiungete il latte di cocco, fino ad ottenere una palla omogenea e piuttosto consistente. 
Lasciatela riposare coperta, per circa mezz'ora, al fresco. 
Successivamente stendetela ad un'altezza di circa un centimetro, ricavate dei biscotti tondi con una forma piccola ed infornate su carta da forno, per circa 10 minuti, a 220°.
Se volete una superficie leggermente colorita spennellateli di acqua prima di infornate, altrimenti lasciateli al naturale. 
Lasciateli raffreddare o consumateli tiepidi, ripieni di marmellata o miele. 

sabato 25 aprile 2015

Zucchine tonde ripiene di cremoso di patate all'arancia





Ho lasciato la mia vecchia vita da quasi un anno, prefiggendomi come obiettivo, oltre quello di coltivare la mia passione per la cucina, quello di rallentare i ritmi, cercando di godere di quello che finora ho messo da parte, per correre. Ma da qualche giorno mi sono resa conto che sto ancora correndo, forse più velocemente di prima. Chiara dice che sono lanciata come una palla di fuoco, e credo che abbia ragione. Probabilmente il blog andrà in vacanza prima del tempo, quest'anno, ma spero di trovare tutti al mio rientro. Forse sì, forse no. Vedremo...






Ingredienti per due persone:

4 zucchine tonde
2 patate grandi
2 cucchiai rasi di olio di cocco
2 cucchiai di parmigiano grattugiato
1 spicchio d'aglio
germe di grano qb
nocciole tritate qb
scorza d'arancia qb
olio evo qb
sale qb
pepe qb

Lavate le zucchine, apritele e svuotatele con cura, tenendo da parte la polpa per un brodo vegetale o per un sugo di verdure. 
Lessate le zucchine in acqua leggermente salata, per qualche minuto, e lasciatele scolare su carta assorbente. 
Lessate le patate sbucciate insieme allo spicchio d'aglio e frullatele con il minipimer, aggiungendo sale, pepe, scorza di arancia, olio di cocco, Otterrete una crema piuttosto consistente, ma non solida. 
Salate e pepate il fondo delle zucchine, riempitele con il cremoso di patate e spolverate la superficie con germe di grano, nocciole tritate, scorza d'arancia. 
Salate e pepate la superficie, i coperchi delle zucchine e disponetele, scoperte, in una pirofila unta di olio. Irrorate anche la superficie di olio ed infornate a 220° per circa 15 minuti, finché la superficie non sarà dorata. 
Lasciatele riposare e servitele tiepide.

sabato 18 aprile 2015

Crackers di segale

Come si fa a dire che in palestra ci si annoia... Io imparo sempre un sacco di esercizi piatti nuovi!
La scorsa settimana, fra un riposo e l'altro (perché gli esercizi di due secondi netti si fanno fra un riposo e l'altro, di almeno due minuti), io e Luisa parlavamo di colazioni sane, cercando di non intristirsi, come fanno i pochi fanatici rimasti in vita, con acquisti compulsivi di gallette di riso.
E' inutile comprare gallette di riso di ogni marca, sperando che una di loro abbia un sapore diverso, hanno tutte lo stesso sapore. Il problema più grande è che la maggior parte delle persone, che sostituisce la focaccia unta e ben salata, con le gallette di riso, non troverà neanche lontanamente qualcosa che gli somiglia. Ma questa è una consapevolezza a cui si arriva dopo anni e anni di torture, a base di frisbee dal retrogusto di polistirolo. 
Quando ho tempo preparo del pane di segale, panbrioche o altri prodotti dal gusto neutro, che si adattano bene con cibi dolci e salati. Perché la mattina non so mai cosa mi va! 
A volte, purtroppo, rimango a secco, per pigrizia o mancanza di tempo, accontentandomi di quello che trovo in dispensa.
Quella mattina, Luisa, mi spiegò che anche a lei capitava, ma che aveva risolto  il problema con dei buonissimi crackers a base di farina integrale e di ceci. Senza lievito, senza burro, senza uova.
Finito l'allenamento corsi a casa, recuperai un po' della segale che avevo cotto il giorno prima, e la sostituii alla farina di ceci che usa Luisa.
Il risultato fu rustico, croccante e delizioso. Adatto a colazione, pranzo e cena. Senza sensi di colpa ma con tanto gusto. 







Ingredienti:

50 gr segale cotta
200 gr farina integrale
50 gr germe di grano
2 cucchiai di olio evo
sale fino qb
acqua qb

Tritate la segale che avrete già stracotto (almeno un'ora, un'ora e venti).
In una ciotola inserite gli altri ingredienti solidi, mescolateli ed aggiungete la segale. A questo punto inserite l'olio e l'acqua a filo, finché non avrete un panetto piuttosto duro. 
A questo punto trasferite l'impasto sul piano e lavoratelo energicamente per circa dieci minuti, cercando di farlo diventare il più liscio possibile. Se dovesse risultare appiccicoso, ad un certo punto, ungetevi leggermente le mani di olio.
Lasciate riposare il composto in frigo per 15 minuti e poi stendetelo in una sfoglia sottile ma non troppo. 
Tagliatela con una rotella, formando i crackers rettangolari o quadrati. Spennellate la superficie di olio ed acqua emulsionati e condite a piacere con sale grosso, rosmarino, zucchero di canna, miele.
Infornate a 220° per circa 10 minuti, finché non saranno croccanti. 

sabato 11 aprile 2015

Di frutta e verdura: le insalate di primavera

Riuscii ad allungare un braccio per spegnere la sveglia delle 7.45, rantolai giù dal letto e, nello stato di semi coscienza che mi accompagna per la prima mezz'ora, raggiunsi la cucina.
Non pensai assolutamente al fatto che quella mattina avrei dovuto attivare i neuroni un po' più rapidamente del solito anzi, non pensai proprio. Ma sbagliai, era il primo aprile. 
In famiglia siamo tutti giocherelloni e, il primo d'aprile, per noi, è il giorno in cui siamo giustificati a compiere qualsiasi marachella. Capita spesso che si formino gruppetti di organizzatori, a discapito di una o più persone, nei giorni precedenti l'inizio di questo mese. 
Vere e proprie riunioni familiari, in cui si stilano piani di attacco, si studiano strategie e si scrivono liste infinite di scherzi, finché non si arriva al prodotto finale.
Nonostante sia una tradizione che si rinnova da decenni, nessuno dei malcapitati è mai riuscito a scoprire prima lo scherzo. compresa me. 
Mentre bevevo il caffè squillò il telefono che, ancora silenzioso, feci finta di non vedere. 
Dopo un minuto squillò di nuovo, un numero sconosciuto. 
Decisi di rispondere, cercando di compormi e dare l'impressione di non essermi svegliata cinque minuti prima. 
Dall'altra parte una voce squillante (a quell'ora decisamente irritante), maschile, giovane e con un vago accento milanese, mi stordì con centoquaranta decibel, dicendomi:  "Rubinaaa... Rubinaaaa... Ma non sei contenta?"
Ancora non capivo... Chi poteva essere che, a quell'ora della mattina e con quella voce milanese, squillante e che, oltretutto, mi conosceva, mi stava infliggendo una pena simile?
Ci misi qualche secondo, prima di trovare le parole per rispondere, così lui decise di proseguire dicendomi che ero stata selezionata per partecipare alla trasmissione più cool del momento, ovviamente di cucina, e che avrei dovuto presentarmi ad un certo indirizzo ed a una certa ora, la domenica successiva. A Milano.
Spalancai gli occhi e, in preda ad un'esplosione di gioia, iniziai a gridare al telefono, ringraziando la voce irritante di prima, che improvvisamente diventò simpaticissima, per avermi selezionata. 
Il fatto che, la domenica della convocazione fosse Pasqua, avrebbe dovuto destare non pochi sospetti, ma il marito (non so come fece, di solito non sono così stupida) riuscii a convincermi del fatto che i milanesi lavorano tanto, a volte anche per le feste comandate.
La giornata, così come tutta la settimana, passarono in attesa dell'evento milanese. 
Decisi di passare un sabato sera in città, per essere sicura di non arrivare tardi la domenica mattina, giorno del fatidico sì televisivo. Mi alzai presto, capelli precisini, abbigliamento sportivo ma curato, trucco chiaro ma perfetto, unghie corte e senza smalto, per poter lavorare in cucina senza problemi. 
Mi presentai con un quarto d'ora d'anticipo, certa di dover attendere a lungo, ma niente fu come immaginavo.
La famiglia era riunita fuori da una grande pasticceria, nel centro di Milano, mi attendeva con un sacco pieno di pesci di carta colorati, da appendere addosso alla malcapitata (la sottoscritta), ed un grande dolce a forma di pesce all'interno del locale. 
Scoppiai in una risata fragorosa e lasciai che mi "addobbassero" da pesce d'Aprile, dimenticando la tensione accumulata durante la settimana, nell'attesa del falso ingaggio.
Trascorremmo due giorni fantastici, a Milano, tutti insieme. Come non era mai capitato. 




Ingredienti per 2 persone:

200 gr petto di pollo
20 gr mandorle a lamelle
1/2 avocado maturo
4 fragole
1 cetriolo piccolo
1/2 cipollina fresca
1 lime
1 cucchiaino di curry in polvere
1 spicchio di aglio
sale qb
pepe qb
pepe rosa in grani qb
olio evo qb
farina qb


Tagliate il petto di pollo a strisce sottili. 
Pulite l'avocado e ricavate la polpa di mezzo frutto, frullatela con il succo di 1/2 lime, sale, pepe e poco olio.Tenetela  da parte. 
Tagliate le fragole a cubetti piccoli, tritate la cipollina e versate tutto in una ciotola grande. 
Sbucciate il cetriolo, eliminate la parte centrale, dei semi, e tagliate anch'esso a cubetti piccoli. 
Aggiungetelo alle fragole e condite con sale, pepe rosa, pochissimo succo di lime ed un cucchiaio di salsa all'avocado.   
In un padellino antiaderente, tostate le lamelle di mandorle e tenetele da parte. 
Infarinate il pollo in una ciotola, cercando di tenere le strisce separate fra loro. 
In una padella scaldate olio e aglio in camicia, aggiungete il pollo e fatelo rosolare per 5-6 minuti, a fiamma vivace. 
Sciogliete il curry in poca acqua, aggiungetelo al pollo e fate saltare, amalgamando bene gli ingredienti. Cuocete per altri 2-3 minuti, regolate di sale e pepe e servite. 
Potete comporre il piatto come nella foto, lasciando gli ingredienti separati, oppure potete anche appoggiare il pollo sopra la salsa di avocado.


sabato 4 aprile 2015

Guacamole

Non sono mai stata una fanatica delle feste comandate, in vecchiaia sto pure peggiorando. 
Il soprannome natalizio che mi è stato affibbiato, ormai da tempo, è Grinch. 
Per Pasqua non so quale potrebbe essere più appropriato, magari mi aiutate voi. 
Se domani il tempo sarà clemente, il mio unico obiettivo sarà un panino con una birra fresca, seduta in spiaggia, nell'intento di lasciarmi sedurre dalle onde del mare di San Vincenzo. 
Vi lascio quindi una ricetta veloce, qualcosa da poter mangiare in famiglia, bevendo un prosecco in attesa dei numerosi manicaretti che qualcuno preparerà per voi. 
Se invece farete come me, sarà una buonissima salsa da inserire nel vostro panino, insieme a qualche sottilissima fetta di tacchino arrosto o una cheviche di gamberi. 








Ingredienti:

1 avocado maturo
1 lime
1 cipollina fresca
5 pomodorini piccadilly
sale qb
pepe qb
peperoncino frantumato qb

Aprite a metà l'avocado, rimuovete il nocciolo ed estraete la polpa a dadini. 
Versateli in una ciotola capiente e bagnateli con il succo di lime. Intanto tagliate a dadini i pomodorini, eliminate i semi e lasciateli scolare in un colino. 
Tritate la cipollina fresca ed aggiungetela alla polpa di avocado. 
Con una forchetta schiacciate i dadini, lasciando la crema di una consistenza irregolare. Condite con sale, pepe e peperoncino, aggiungete i pomodorini e mescolate di nuovo, questa volta delicatamente. 
Utilizzate questa salsa dopo qualche ora di riposo in frigorifero, con gamberi, carni bianche o crostini di pane. 

sabato 28 marzo 2015

Baba ganoush

Il compleanno di Lucia fu un toccasana per tutte e cinque. 
Il protocollo, visti gli impegni professionali e familiari di tutte noi, avrebbe previsto un pranzo, un aperitivo o una cena, per festeggiare il suo giorno. 
Ma, come dice Chiara, siamo rivoluzionarie, per cui decidemmo di dimenticare completamente il protocollo.
Un mese prima del suo compleanno ci consultammo, sul nostro gruppo Whatsapp, per cercare qualcosa di particolare, per trascorrere una giornata solo per noi. 
Una di noi, scrisse: "Donne, ho trovato un volo A/R per Bruxelles, un solo giorno! Andiamo a pranzo lì?".
Solitamente, nei gruppi di amici, le decisioni che escono dalle solite abitudini, richiedono tempi decisionali piuttosto lunghi, naufragando spesso in un niente di fatto... Quanto ci mettemmo a decidere? Forse non più di un minuto!
Piovvero le risposte affermative di tutte, acquistammo i biglietti su internet ed aspettammo impazienti il grande giorno.
Nel cercare di spiegare a fidanzati, mariti, amici e fratelli, la ragione di un pranzo a Bruxelles, ottenemmo le risposte ed i commenti più assurdi, del tipo: "Ah, non avete trovato posto in pizzeria?!".
Fu una giornata incredibile, divertente, pazza, mangereccia, rischiosa (arrivammo in aeroporto ad imbarco chiuso, per il rientro... E tralascio il resto!).
Ci vedemmo nuovamente, dopo qualche giorno, da me, per ricordare con una cena veloce la nostra gita pazza.
Ancora oggi, a distanza di tempo, non riusciamo a scriverci messaggi senza ricordare aneddoti del compleanno più pazzo della storia. 








Ingredienti per due tazze:

5 melanzane lunghe
5 cucchiai di tahine chiara
2 lime
2 spicchi d'aglio
olio evo qb
sale qb
paprika affumicata qb
menta fresca (facoltativa)


Tagliate le melanzane a metà, salatele leggermente, ed appassitele in forno a 150° per circa un'ora, finché la polpa sarà morbida. 
Lasciatele intiepidire e scavate con un cucchiaio, estraendo il contenuto, versando la polpa in una boule. 
Togliete l'anima agli spicchi d'aglio e tritateli. Grattate la scorza di un lime e tenetela da parte.
Aggiungete il tahine, l'aglio, un filo di olio, il succo dei lime, 1/2 cucchiaino di paprika (anche se la quantità dipende dal gusto che volete ottenere) e mescolate con una forchetta.
Regolate di sale.
Una volta ottenuta una crema piuttosto omogenea, versate un filo di olio, guarnite con paprika e scorza di lime, e servite con crostoni di pane tostato o piccole piadine.